ByBike Travels 2018: perché no?
- Francesco Sangalli
- 27 ago 2018
- Tempo di lettura: 5 min
Non sappiamo come siate finiti a leggere questo articolo, se costretti da Francesco o Riccardo, se per pietà nei loro confronti o se per vero interesse (no, impossibile, non ci crediamo neanche morti che siate capitati qui per questo motivo), ma vi promettiamo che cercheremo di rendere questa lettura il più breve ed interessante possibile, così da non obbligarvi a mentire eccessivamente quando vi chiederemo un parere a riguardo.

Bene, ora che abbiamo subito fatto capire quanto poco serio sarà questo articolo possiamo cominciare.
Ed ecco qui subito il problema: da dove si può cominciare a raccontare un viaggio come il nostro?
Si potrebbe cominciare parlando di come sono nati l’idea ed il progetto, potrebbe essere un buon inizio.
Oppure potremmo raccontarvi dettagliatamente del nostro percorso, elencandovi una marea di dati e città che, lo sappiamo benissimo, non vi interessano per niente e vi annoierebbero a morte.

Ci siamo così chiesti cosa vi potesse interessare, cosa veramente potesse spingere una persona a perdere del tempo cliccando su questo link intravisto mentre guardava distrattamente la home di facebook tra una foto di gattini ed un video dove dei ragazzi fanno cose incredibilmente stupide e divertenti allo stesso tempo.
E volete sapere la nostra risposta?
Non ne abbiamo onestamente la minima idea, non sappiamo proprio per quale assurdo motivo abbiate deciso di leggere questo nostro articolo invece che passare oltre.
Ed ecco quindi che vi parleremo di alcuni argomenti che ci stanno particolarmente a cuore, sperando di divertirvi ed interessarvi a tal punto da prendere anche voi una bici in mano e … no, non osiamo sperare che partiate subito per un viaggio di 2000km in Europa, ma magari che pedaliate fino al parco o fino in fondo alla strada sì, perché no?
Ed è proprio questa la domanda da cui ci sembra giusto partire: perché no?

Spessissimo ci è infatti stato chiesto perché lanciarsi in un viaggio del genere, perché fare tanta fatica quando si può invece andare al mare a rilassarsi, e noi ci siamo sempre trovati a rispondere: e perché non farlo? Perché non lanciarsi in una nuova avventura?
Se non riuscirete a trovare almeno 3 buoni motivi per non farlo allora significa che anche voi, in fondo in fondo, avete dentro di voi quel bisogno di avventura che ha spinto tanti uomini e donne a lanciarsi a capofitto verso qualcosa di cui non erano per niente certi, ma che sentivano che li avrebbe portati molto lontano.
Ed è questo che ha spinto anche noi a partire: il desiderio di avventura, la curiosità di scoprire cosa ci fosse oltre i confini, e la voglia di fare tutto questo in sella alle nostre bici, così da poter vivere perennemente a contatto con la natura e le persone dei luoghi che abbiamo visitato.

La natura è stata indiscutibilmente una delle principali attrazioni durante il nostro viaggio.
Un po’ come quando ci siamo ritrovati in mezzo ad un’immensa foresta in Austria; non avevamo dormito praticamente nulla la notte precedente a causa di alcuni problemi con le guardie di confine ed avevamo pedalato molto più del previsto, ma entrando in quella foresta ci sembrò di varcare un portale verso un’altra dimensione, una dimensione dove i problemi e la stanchezza delle ultime ore non avevano spazio per essere portati con noi, così che all’improvviso ci sentimmo leggeri e felici, come due bambini a cui era stato dato il permesso per la prima volta di avventurarsi un po’ più in là, oltre il solito filare di alberi, scoprendo così un mondo magico e meraviglioso.

O come quando capitammo a Zagabria proprio la sera della partita dei quarti di finale del campionato del mondo di calcio tra la nazionale ospitante, la Russia, e la Croazia.
Vedere la partita sui maxi schermi in mezzo alla piazza principale della capitale Croata non sarà un’emozione che dimenticheremo facilmente.
Potemmo ammirare tutta la gioia e l’orgoglio di una nazione che stava sostenendo la propria squadra per farle raggiungere risultati mai visti fino a quel momento.
I festeggiamenti per la vittoria furono a dir poco folli: cori, canti, urla, birre che venivano lanciate, petardi che esplodevano, fumogeni che rendevano tutto rosso ed ovunque gente che rideva e festeggiava, perché quella sera la vita era bella, e nulla avrebbe potuto intristire nessuno.
Fummo in particolar modo colpiti da questa signora, che passò tutta la sera seduta su quei gradoni.
Nonostante l’età e l’ora tarda il suo (ben visibile) orgoglio la fece resistere fino alla fine dei festeggiamenti, perché quella sera festeggiare era un obbligo morale per tutti quanti.
E noi abbiamo avuto l’incredibile occasione di assistere a tutto questo.

Non crediate ovviamente però che in viaggi come questo ci siano solo foreste magiche e feste nazionali, niente di più sbagliato.
Spesso abbiamo dovuto incontrare difficoltà, alcune previste e molte altre (la maggior parte a dir la verità, anzi quasi tutte) del tutto impreviste.
Ma in fondo, se non ci fossero delle avversità, dove sarebbe il gusto?
Prendete questa salita ad esempio: la sera alcune persone ci avevano detto che il giorno seguente la strada sarebbe stata facilissima. Una leggera discesa di venti chilometri che ci avrebbe portato fino alla pianura, sulla quale avremmo poi pedalato per parecchie decine di chilometri fino alla fine della tappa.
A quanto pare il nostro navigatore, che aveva evidentemente sentito tutto questo, decise di giocarci un brutto scherzetto, facendoci passare per strade che erano tutt’altro che in discesa (o per lo meno, non nella direzione in cui le dovemmo fare noi).

Tutti questi imprevisti e queste fatiche però non fecero altro che farci innamorare ancora più profondamente di tutte le cose belle che vedemmo.
Prime tra tutte le albe.
Non è sicuramente una passeggiata svegliarsi alle 5.30 del mattino dopo parecchi giorni di pedalata e notti in tenda, ma quando riesci finalmente ad aprire gli occhi ed a tirare la testa fuori dal sacco a pelo puoi ritrovarti davanti ad un cielo rosso come il fuoco che sovrasta verdi campi coltivati, il tutto mentre senti il suono del canto del gallo e degli uccellini.
Diciamo pure che, in momenti come quello, felicità pura ti scorre nelle vene, e tutte le difficoltà, i dolori e le stanchezze subito vengono spazzate via, come se questo mondo avesse il potere di lavare via tutti i nostri problemi semplicemente con un colpo di spugna.

E poi ci sono le nuvole, e ci sono gli alberi, e ci sono ovviamente anche i campi, per non parlare dei fiumi, dei laghi, delle montagne.
Ci sono a volte panorami che ti colpiscono forti come un pugno nello stomaco e quando li vedi rimani veramente senza fiato, così che non puoi far altro che fermarti e riprenderti.
Questi paesaggi ti lasciano come quando per caso incontri gli occhi della ragazza più bella della serata: rimani attonito, ammutolito. Senti la bocca asciutta e le farfalle nello stomaco, ma allo stesso tempo non riesci a smettere di guardare tanta bellezza, chiedendoti come possa esistere su questa terra qualcosa di tanto semplice e meraviglioso allo stesso tempo.

Ed infine ci siamo noi, sempre allegri e sorridenti ma sicuramente meno belli ed affascinanti dei panorami di cui vi abbiamo parlato. Purtroppo ci dovrete perdonare, perché non ci possiamo fare davvero nulla: questo monto è troppo bello per poterci competere contro.
Questo viaggio poteva essere vissuto e raccontato in mille modi diversi.
Avremmo potuto puntare sull’impresa sportiva, fornendovi tutti i dati di chilometraggio, dislivello e calorie consumate.
Avremmo potuto puntare tutto sul rispetto della natura, dicendo di quanto sia sbagliato viaggiare in macchina inquinando e di quanto sia invece giusto farlo in bici in modo pulito.
Avremmo anche potuto non raccontarvi nulla, isolandoci da tutto e tutti perché i social network sono uno dei mali di questo mondo e meno li si utilizza meglio si sta.
Ma non abbiamo fatto nulla di tutto questo.
C’erano mille modi di vivere e raccontare quest’avventura, e noi abbiamo deciso di farlo nel modo che più ci veniva naturale: sempre e comunque con il sorriso sulla faccia perché, nonostante tutto, questa Terra e questa vita sono due doni meravigliosi, ed il miglior modo per celebrarli è di goderceli fino in fondo viaggiando ed esplorando tutto ciò che ci è possibile esplorare.
Dopotutto, perché non farlo?

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