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ByBike travels 2017: a spasso per l'Italia (parte 1)

  • Immagine del redattore: Francesco Sangalli
    Francesco Sangalli
  • 29 nov 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 30 nov 2017




"Non tutti quelli che vagano sono perduti"


Partiamo dalla piazza di Desio lunedì 24 luglio 2017 senza una destinazione precisa. Il nostro unico desiderio è di vivere due settimane indimenticabili pedalando attraverso il nostro bellissimo paese.

Siamo così carichi di entusiasmo che neanche il temporale del primo giorno riesce a buttarci giù di morale. Anzi, ci rende ancora più euforici.



Sempre il temporale ci costringe fin da subito a cambiare programma: il nostro intento era infatti di passare la prima notte in tenda appena dopo il passaggio del Po, ma date le condizioni del terreno e dei nostri vestiti zuppi dobbiamo optare per il primo ostello libero che riusciamo a trovare dalle parti di Piacenza.

Il giorno seguente la pioggia è già un lontano ricordo, ed il sole splende senza neanche una nuvola in cielo.

Pedalare tra i campi dell'Emilia-Romagna con questo tempo ha la straordinaria capacità di renderci felici senza motivo, così pedaliamo e ridiamo inebriati da tanta contentezza, respirando la libertà che solo questo tipo di esperienze sa dare.

La nostra gioia addirittura aumenta entrando nell'abbazia di Chiaravalle, un luogo sacro dove la pace e la tranquillità regnano sovrane, e la cui visita ci da se possibile ancora più carica di quanta già ne avessimo.



Pedaliamo poi fino a Fornovo attraverso i campi, con il sole sulla faccia ed una leggera brezza rinfrescante sulla schiena che rende un vero piacere il passaggio di quei chilometri.

In teoria la nostra seconda tappa si dovrebbe concludere qui, all'ostello di Fornovo, ma dato che siamo arrivati con un grandissimo anticipo sulla tabella di marcia e che abbiamo ancora molte energie nelle gambe decidiamo di non fermarci.

Facciamo dunque la spesa per i giorni successivi e ripartiamo immediatamente, alla volta del Passo della Cisa, pronti a fermarci al tramonto.

Ed è così che dopo una ventina di chilometri in salita decidiamo finalmente che per oggi può bastare, e piantiamo la tenda in un campo non molto lontano dalla strada vicino ad un bosco.

Ci cuciniamo una pasta alla carbonara ci infiliamo nei nostri sacchi a pelo per dormire.




Non abbiamo però fatto i calcoli con due fattori importanti: il primo è che non abbiamo posizionato la tenda nel migliore dei modi, in quanto è leggermente in discesa, e questo ci fa continuare a scivolare impedendoci di dormire comodamente. Il secondo è quello però che principalmente ci impedisce di dormire serenamente: a Fornovo, dopo aver fatto la spesa, la cassiera ci aveva avvertiti di non addentrarci troppo nei boschi per via della presenza di lupi nella zona. Noi pensavamo stesse esagerando, ma per sicurezza nei boschi non ci eravamo comunque entrati, e per fortuna: durante la notte sentiamo più volte degli ululati, che ci fanno gelare il sangue impedendoci di dormire tranquillamente.

Col senno di poi abbiamo capito che non ci avrebbero mai fatto nulla, ma in quel momento, di notte, senza paesi nel giro di una decina di chilometri, questo ragionamento non siamo proprio riusciti a farlo.


Fortunatamente però il mattino seguente al nostro risveglio assistiamo ad uno spettacolo magico: il sole sta sorgendo da dietro le montagne, e noi possiamo ammirarlo stando tranquillamente sdraiati dentro alla nostra tenda.

Inutile dire quanto sia meraviglioso.



Impacchettiamo tutto e carichiamo le borse sulle bici per tornare in sella, pronti per affrontare gli ultimi 20 chilometri di salita che ci separano dal Passo della Cisa.

L'assenza di un minimo di riscaldamento muscolare e le poche ore di sonno rendono più difficile del previsto il pedalare, ma con calma e forza di volontà riusciamo finalmente a raggiungere il passo intorno alle 11.00 del mattino.

Come premio decidiamo di concederci un panino, una birra ed una fetta di torta al bar che si trova proprio sul passo, gustandoci ogni singola briciola di ciò che abbiamo preso.

Dopo un po' di riposo ci lanciamo così lungo la bellissima discesa che ci porta al termine della nostra terza tappa: Pontremoli.


Arrivati dunque a Pontremoli per l'ora di pranzo decidiamo di concederci il terzo pasto della giornata, mangiando una baguette, una busta di prosciutto ed un paio di mele.


E qui arriviamo al punto in cui solitamente la gente smette di credere al nostro racconto pensando che ci stiamo inventando tutto, ma possiamo assicurarvi che non c'è una sola bugia in queste parole: questa notte dormiremo in un castello.



Il comune di Pontremoli ha infatti fortunatamente avuto la bellissima idea di adibire un'intera ala del castello del Piagnaro (che domina la vallata) ad ostello per i pellegrini della via Francigena (come noi quindi). La cosa ancora più interessante è che verso le 19.00 il castello chiude al pubblico e i custodi tornano a casa, lasciando ai pellegrini le chiavi del castello fino al mattino seguente.

Potete immaginare il nostro stato d'animo: abbiamo appena fatto il passo della Cisa in bici, abbiamo un intero castello a nostra disposizione e siamo le uniche persone all'interno di quelle mura: che figata pazzesca.




Arriva l'ora di cena e noi abbiamo ancora fame nonostante la colazione abbondante ed i due pranzi. Così, da bravi brianzoli, decidiamo di cucinarci un piatto di polenta, salame e formaggio, il tutto accompagnato da dei wurstel, e possiamo assicurarvi che questa è stata una delle cene più gustose di tutta la nostra vita.



Sfruttiamo il tempo di attesa della cottura della polenta per lavare tutti i nostri vestiti, che, anche se lavati al primo giorno, cominciano ad assumere odori sgradevoli. In assenza di materiale adatto siamo poi costretti a stendere il tutto come capita proprio sulle mura del castello.



Con la pancia piena ed i vestiti puliti andiamo finalmente a letto, addormentandoci di sasso dovendo recuperare le ore di sonno perse il giorno precedente.


Ed è così che si conclude la prima parte del nostro viaggio, con noi che dormiamo in un castello medievale ed i nostri vestiti stesi sulle sue mura, pronti e carichi per pedalare in una delle regioni più belle del mondo: la Toscana!

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Su di me

Ciao a tutti!

Mi chiamo Francesco Sangalli e sono nato a Desio, città in cui tutt'ora vivo e da cui partono tutti i miei viaggi.

Fin da piccolo sono sempre andato alla ricerca di nuove avventure in mondi fantasiosi pieni di draghi, di castelli e di cose meravigliose. Crescendo ho poi capito....

 

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